Viaggio nel mondo della prostituzione, dalla Thailandia all’Italia

Foto Prostituta ad Amsterdam 2011Le Mete principali del turismo sessuale sono Thailandia, Santo Domingo, Cuba e Sud America. In particolare Pattaya, Bangkok e Phuket, oggi attirano turisti da tutto il mondo. Le ragazze thailandesi dei go-go bar e sexy show richiamano senza dubbio più  stranieri che le belle spiagge.

Uomini single che amano viaggiare in sicurezza e non vogliono relazioni serie trovano in Thailandia, ad esempio nella città di Pattaya,  delle vere e proprie mogli transitorie. Tuttavia la prostituzione nel paese del sorriso è illegale, anche se in pratica è tollerata e in parte regolamentata . Al punto da essere apertamente praticata in tutto il paese. (Video in fondo alla pagina).

Politici e funzionari locali hanno interessi commerciali nella fiorente industria della prostituzione al punto da essere spesso al centro di polemiche nazionali e internazionali. E’ inoltre considerato normale il fatto che ben il 95% degli uomini thailandesi frequentano, dal nord al sud i bordelli locali, che si trovano in tutte le citta del Paese.

Ma il paese veramente ritenuto all’avanguardia nel mercato del sesso, oggi è l’Olanda. Quello dell’Olanda è certamente un governo di ampie vedute e dalla spiccata attività creativa; da molti anni per legge, ha inventato nuove figure professionali. Addio sfruttamento della prostituzione grazie anche alle cooperative dell’amore. Basta protettori, arrivano alla luce del sole  i manager del sesso. In pratica il governo ha da tempo legalizzato la prostituzione autorizzando attività imprenditoriali con liberi professionisti e libere dipendenti.

Una “ragazza in vetrina” di Amsterdam guadagna circa 13.000 euro al mese, paga le tasse e ha un proprio sindacato (il Rode Draa cioè il Filo Rosso). Da questo si capisce che la prostituzione in ogni paese è regolamentata giuridicamente in modo ampio e variegato, dalla pena di morte alla completa legalizzazione.

Ma quale è la situazione in Italia?

Nel bel Paese si combatte il fenomeno della prostituzione. A farne le spese come sappiamo sono per lo più i clienti delle prostitute. Se sorpresi a contrattare per strada prestazioni con le lucciole, vengono immediatamente multati dalle forze dell’ordine.

Gli italiani pagano quasi sempre la sanzione per non ricevere il verbale a casa e quindi evitare problemi in famiglia. Le prostitute invece non pagano mai le multe; le donne sono spesso straniere, senza documenti in regola e senza un domicilio accertabile.

Questa sorta di ostruzionismo ha dato vita a un fenomeno nuovo, una forma di prostituzione che non si vede e che solleva più curiosità che preoccupazione; quella delle squillo via Internet. Si tratta di un fenomeno difficile da censire, spesso esercitato part-time. Appositi siti web in lingua italiana favoriscono incontri a luci rosse in alberghi e appartamenti. I siti delle escort, hostess o accompagnatrici possono soddisfare qualsiasi richiesta salvaguardando la privacy del cliente.

Le “cortigiane rinascimentali” del XXI secolo spesso parlano lingue straniere, sanno stare a letto ma anche a tavola e hanno prezzi da capogiro: si paga a ore, come si usa con i grandi avvocati o i consulenti di grido. Anche all’interno di questa tipologia di prostituzione vi sono differenze. Infatti vi sono sex workers che si sono create un sito personale, diventando vere e proprie imprenditrici del sesso, e che parlano del loro luogo di lavoro, ben distinto dal domicilio, come dell’ufficio; altre invece acquistano uno spazio all’interno di un sito creato da un editore, a prezzi molto elevati (almeno 3000 euro al mese per uno spazio corredato di foto).

Ecco allora che arrivano i poliziotti a caccia sul Web

La polizia italiana, attraverso task force di agenti specializzati analizza tutti i siti sospetti, riscontrando che anche attraverso la Rete internet si è instaurato una specie di sfruttamento: c’è chi controlla le ragazze, consiglia i prezzi o concede pubblicità gratuite facendosi poi pagare cifre elevatissime o stabilendo percentuali dei guadagni futuri. Per questo, in alcuni casi, sono scattate le manette.

È ovvio che se si desidera togliere la prostituzione dalle strade, l’unica soluzione è creare degli eros center in tutte le città d’Italia. Luoghi perfettamente organizzati dove le donne che desiderano lavorare possano praticare liberamente e discretamente la professione che hanno consapevolmente scelto.

Sembrerebbe purtroppo che questo progetto non sia di facile attuazione a causa delle critiche del mondo cattolico e dei politici che al contempo temono di perdere questo tipo di elettorato.

In Europa, nella maggior parte dei Paesi, come ad esempio Germania o Austria, la prostituzione è legale e regolamentata da norme ben precise.

L’Italia segue invece ancora modelli del tutto inadeguati e spesso davvero anacronistici, siamo rimasti legati alla legge merlini del 1958 che rese illegali i “bordelli”. Si tratta di una legge piena di controsensi, secondo la quale la prostituzione sarebbe legale, ciononostante non si può organizzare la prostituzione né esercitarla al chiuso.

Che occorra una regolamentazione più chiara si capisce dalle numerose “storture del diritto” cui si è assistiti negli anni. Sino a oggi si è dato luogo a interpretazioni forzate del Codice penale per colpire soltanto i clienti delle lucciole.

Video sulla prostituzione a Pattaya – Thailandia
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