Elisabetta Polenghi, sorella del fotografo italiano ucciso a Bangkok nel 2010, dimostra per l’ennesima volta di essere molto decisa e coraggiosa, chiedendo in una lettera aperta al nuovo premier thailandese Yingluck Shinawatra, di riaprire l’inchiesta sugli avvenimenti più tragici della Thailandia moderna.
Il fotoreporter italiano Fabio Polenghi venne ucciso il 19 maggio 2010 a Bangkok, durante un assalto dei militari impegnati a respingere il movimento anti governativo. Ricordiamo che in quell’occasione “Le camicie rosse”, movimento per lo più filo-Thaksin, occuparono la capitale per costringere alle dimissioni il primo ministro Abhisit Vejjajiva e chiedere nuove elezioni.
Domenica 3 luglio 2011, proprio grazie al sacrificio e alla rivolta delle camicie rosse, dove persero la vita più di 90 persone, (tra le vittime oltre che Polenghi anche un reporter giapponese che lavorava per l’agenzia Reuters), il partito Puea Thai, l’espressione politica del movimento ha vinto alle urne.
Elisabetta Polenghi, da troppo tempo, chiede invano a gran voce giustizia e verità riguardo i fatti e le responsabilità legate all’uccisione di suo fratello Fabio. Anche gli attivisti dei diritti umani e parenti delle vittime uccise durante gli scontri con le truppe tra aprile e maggio sono delusi, non hanno ricevuto dal Dipartimento di Investigazione Speciale (DSI) e dai reperti autoptici preliminari nessuna informazione chiara su quanto accaduto realmente a Bangkok.
Nella sua lettera indirizzata al nuovo premier thailandese, Elisabetta scrive: “Tutte le vittime che hanno contribuito al cambiamento attraverso il sacrificio, non devono essere inutili e dovrebbero ricevere il rispetto e la verità che meritano”, la sorella di Fabio ha invocato una nuova era di giustizia e di rispetto: “La mia speranza più sincera è che le inchieste sui morti del 2010 siano riaperte in modo che i sacrifici di molta povera gente non siano stati inutili”.
Peccato che ancora oggi, nonostante gli sforzi degli attivisti per i diritti umani e varie commissioni interne, costituite per la ricerca della verità, (Truth and Reconciliation Commission), in Thailandia non è dato sapere nulla rispetto all’avanzamento delle indagini.
Anche dopo l’ampia vittoria dei ‘rossi’ del partito Puea Thai, guidato da Yingluck Shinawatra, non sarà facile conoscere i fatti. Il nuovo primo ministro donna ha già annunciato che non cerca vendette per quanto accaduto in passato, facendo intuire che nella fase iniziale il nuovo governo sta vivendo comunque un momento delicato. Tuttavia molte camicie rosse sono fermamente contrarie a qualsiasi amnistia per i funzionari governativi o militari eventualmente coinvolti nella sanguinosa repressione militare della primavera 2010.
Quello che è certo, e lo diciamo senza alcuna retorica è che nessuno potrà mai spezzare e porre fine all’amore tra la sorella Elisabetta Polenghi e il suo caro fratello Fabio, un reporter che attraverso il suo prezioso lavoro riusciva sempre a scovare la bellezza, anche là dove di solito nessuno la vede.
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