Thailandia, chi ha ucciso Fabio Polenghi a Bangkok?

Molti inquietanti misteri circondano la morte del coraggioso fotografo freelance italiano Fabio Polenghi, ucciso a Bangkok il 19 maggio 2010, durante gli scontri tra forze  di polizia e manifestanti antigovernativi.

Fonti del governo thailandese sostengono che l’esercito ha sparato solo in caso di legittima difesa. Nonostante tali affermazioni, nel corso dei violenti scontri  avvenuti ad aprile e maggio 2010, sono morti nella capitale tailandese due reporter, Fabio Polenghi e un cameraman della Reuters giapponese, Hiro Muramoto. Mentre  altri nove giornalisti e fotografi sono rimasti feriti.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=BhPydgjZ9GI&feature=player_embedded#![/youtube]Sino ad oggi né il governo italiano né il governo tailandese hanno dimostrato di voler chiarire le esatte circostanze   della morte di Fabio Polenghi e le responsabilità delle parti. Sappiamo solo che Fabio è stato ucciso da un proiettile probabilmente sparato da una finestra di  un palazzo attorno il Lumpini Park di Bangkok, a circa 1 km dal Ratchaprasong, il cuore dell’accampamento delle camicie rosse. Gli interrogativi, a questo punto, sono
tanti e pesanti.
Ha più di due mesi dalla morte di Fabio, la famiglia non ha ancora ricevuto una relazione definitiva dell’autopsia che chiarisce la dinamica della situazione.

La macchina fotografica di Fabio, con la quale stava scattando alcune foto prima che fosse ucciso, non è stata tutto oggi ritrovata, nonostante ci sia una foto che ritrae il volto di un uomo che potrebbe aver “trafugato” l’apparecchio fotografico. Sparito nel nulla anche il suo cellulare.

Secondo la sorella di Fabio, Elisabetta Polenghi, che attualmente si trova nella capitale thailandese per scoprire la verità sulla morte del fratello, è molto importante ritrovare la macchina fotografica, il ritrovamento potrebbe agevolare le indagini e svelare su cosa esattamente stesse lavorando suo fratello. “Voglio sapere la verità sulla morte di mio fratello”, ha detto Isabella Polenghi, “Voglio sapere qual è l’ultima cosa che ha visto mio fratello”, ha aggiunto.

Polenghi è intervenuta ieri al Club Corrispondenti Esteri della Thailandia (FCCT), dove ha presentato una lettera di petizione al Journalists Association tailandese,  sollecitando le autorità preposte alle indagini, di portare a compimento l’inchiesta in tempi brevi.

Intanto il Committee to Protect Journalists invita il governo della Thailandia a:

Completare le autopsie ufficiali e le indagini sulla morte di Fabio Polenghi e Hiro Muramoto. Si chiedono a gran voce indagini approfondite e imparziali anche riguardo il ferimento di nove altri giornalisti, tra cui Nelson Rand e Chandler Vandergrift.

Nel caso in cui venga fatta luce sui responsabili di quanto accaduto a Bangkok, viene chiesto al governo di sporgere denuncia e perseguire i colpevoli.

Qualora non esistano ostacoli di natura giuridica, divulgare gli esiti delle autopsie e le attuali indagini ufficiali di polizia. Rendere inoltre disponibili tutte le riprese televisive a circuito chiuso e altri elementi di prova in possesso del governo.

Consegnare alla giustizia gli autori delle violenze contro i giornalisti.

Fermare la censura dei media, comprese le pubblicazioni online, per ragioni di sicurezza nazionale.
Assicurare che le forze militari predispongano tutte le precauzioni per evitare inutili rischi ai giornalisti che si occupano dei recenti disordini politici nel Paese.

Ricordiamo infine che i rappresentanti del governo thailandese attraverso le agenzie governative sono state in contatto con i corrispondenti stranieri “per tutelare nel modo migliore la sicurezza dei giornalisti “. A questo punto sembra piu che legittimo e doveroso dover ristabilire la verità dei fatti su quanto accaduto a Bangkok quel 19 maggio 2010, indagando seriamente e minuziosamente sulla verità dei fatti riguardo l’uccisione di Muramoto e Polenghi.

Video approfondimento: chi era Fabio Polenghi?

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lGE3nAKZMeU[/youtube]

Fabio Polenghi era molto conosciuto tra i colleghi che lo definiscono: “un solitario che trovavi ovunque, in ogni luogo ci fosse qualcosa da documentare”. Oggi per ricordare Fabio, mentre percorre felice le strade del mondo, c’è una pagina a lui dedicata su facebook: In MEMORIA di FABIO POLENGHI coraggioso fotoreporter morto a Bangkok

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