Forse è uno dei migliori libri sulla Thailandia o meglio sulla città degli angeli: Bangkok. L’autore, Lawrence Osborne, racconta la sua visione sulla capitale della Thailandia in un libro edito da Adelphi.
Bangkok, secondo lo scrittore è una favolosa città, dove viene praticato il sesso libero, il Buddismo; tutto con grande naturalezza e senza pregiudizi. Il libro, inoltre, fornisce al lettore un resoconto della vita notturna e sulle ragazze thailandesi che vivono e lavorano in Thailandia. Osborne riesce a trova la bellezza in tutti gli angoli della città, bastano però poche pagine per capire che l’opera ha ben poco a che fare con un normale reportage di viaggio. Ha infatti qualche cosa in meno (non aspettatevi descrizioni di monumenti o di luoghi da visitare), e molte cose in più.
«A Bangkok – scrive Osborne – si arriva quando si sente che nessuno ci amerà più, quando si getta la spugna. A pensarci bene la città è solo questo, il protocollo di una vita. In questo angolo di mondo ciascuno è libero di andare in pezzi come crede”.
La Bangkok descritta da Osborne non può certo vantare la bellezza classica di Venezia o di Parigi: il caldo è soffocante, gli odori pestilenziali, il rumore assordante. Eppure, leggendo quanto lo scrittore inglese scrive, nasce irresistibile il desiderio di partire alla scoperta di quella che, non a caso, è chiamata la Città degli Angeli.
Ecco una breve intervista allo scrittore del libro:
Lei descrive Bangkok come una metropoli invasa dal demone della modernità, dove i canali sono stati trasformati in strade e gli antichi quartieri spazzati via per fare posto ai grattacieli. Qual è allora il suo fascino?
«Bangkok è molto asiatica, molto indigena. È posseduta da un vero e proprio “spirito” che viene dalla gente, ma anche da qualche cosa di più misterioso. Dopo un anno che ci vivevo, anch’io ho cominciato a credere ai fantasmi, come tutti. Senza questo lato oscuro e indecifrabile, Bangkok potrebbe essere un inferno. E invece è una città fantastica».
Nel suo libro, lei racconta poco della popolazione thailandese e molto degli occidentali: “gli spezzati, i delusi, i respinti” che hanno attraversato il mondo intero per raggiungere questo luogo dell’immaginario.
«Ho amici thai, parlo la lingua thai, ma non posso ancora dire di conoscere la gente così bene da poterne scrivere. E invece conosco gli occidentali e conosco le loro ragioni: sono le mie. Mentre scrivevo della città, nello stesso tempo, scrivevo di me. Era una specie di dialogo interno che ancora continua». Bangkok è una delle città più popolate al mondo, con milioni di persone che vivono nelle strade. Eppure il suo è anche un libro sulla solitudine. «Spesso ci si sente più soli circondati dalle persone che nel deserto. A Bangkok le strade sono piene di gente, di cibo, di sesso. Se sei seduto solo a un ristorante, c’è sempre chi viene a chiederti se va tutto bene. Eppure è facile, per un occidentale, sentirsi solo, ma è una sensazione che mi piace. Come mi piaceva, ogni notte, camminare per ore e ore, fino a perdermi». C’è una frase di Baudelaire: «A me sembra sempre che starei meglio dove non sono». Lei è d’accordo? «Certo. Adoro Baudelaire e il mio libro Il turista nudo inizia con una sua frase. Ma Bangkok fa eccezione. Sono sempre felice di esserci e di ritornare: c’è il sole, tutto costa poco, non esiste burocrazia. A questo punto mi manca soltanto di sposare una donna thailandese. Sono sicuro che sarebbe un’esperienza interessante».
È possibile inoltre acquistare il libro on-line: bol.it
Altri dati:
Pagine: 260
Lingua: Italiano
Titolo originale: Bangkok Days
Lingua originale: Inglese
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione 2009