Geografia della Thailandia

Cartina geografica ThailandiaLa Thailandia ha una superficie che ammonta a più di mezzo milione di chilometri quadrati, disposti lungo un asse nord-sud che la pone in una posizione peculiare, dal punto di vista logistico ed economico, rispetto ai suoi vicini (Birmania, Malesia, Laos e Cambogia): controlla infatti gran parte del Golfo di Thailandia, estremità nordoccidentale del Mar della Cina meridionale, nonché l’unica strada di terra che colleghi l’Asia continentale alla Malesia e a Singapore.

A una prima occhiata, lo stato asiatico è composto da una fertile pianura centrale, attraversata dal fiume Chao Phraya e dai suoi affluenti; qui c’è anche la capitale, Bangkok. A nord invece prevalgono alte catene montuose, che stabiliscono anche il confine con la Birmania fino all’Istmo di Kra e alla penisola malese; a oriente si trova invece una delle zone a maggior coltivazione di riso, l’altopiano di Khorat.

La Thailandia è suddivisa in sei macro-regioni basate sulle loro caratteristiche geografiche: la settentrionale, la nordorientale, la centrale, l’orientale, l’occidentale e la meridionale.

Nella zona settentrionale svettano catene montuose come Daen Lao, Dawna, Thanon Thong Chai, Khun Tan, Phi Phan Nam e la parte occidentale del Luang Prabang; qui il territorio presenta principalmente valli strette e ripide e altopiani che marcano il passaggio alla grande pianura centrale. Da queste montagne inoltre nascono molti degli affluenti del Chao Phraya, come il Nan, il Ping, il Wang e lo Yom.

Sono presenti tantissime foreste, da tempo immemorabile divenute un vero simbolo dell’identità nazionale, e qui vengono prodotte rare essenze come il teak, malgrado ogni anno l’agricoltura strappi preziosi ettari di terreno a questi alberi secolari.

L’altopiano di Khorat (la zona nordorientale) geograficamente fa parte di un altro spartiacque, quello del Mekong, e la diversità con il resto del Paese è evidente anche per il terreno poco fertile, ma che essendo poco drenante costituisce un ambiente ideale per la coltivazione del riso. Il panorama di queste zone è piuttosto desolante: una sconfinata pianura punteggiata qua e là da qualche bassa collina rocciosa, come le Montagne Phu Phan. I monsoni portano ad alluvioni frequenti, ma il vero problema per le coltivazioni è una stagione secca più lunga del normale.

La fertilissima pianura centrale è invece il vero cuore della Thailandia, ed è conosciuta in tutto il mondo come “la ciotola di riso dell’Asia”. La caratteristica più evidente dell’antropizzazione qui è un sistema di irrigazione di grande complessità, che contribuisce a creare un uniforme paesaggio di campi coltivati; la ricchezza relativa di queste terre è evidente, e la densità di popolazione è molto superiore a quella del resto del paese. La parte sud della pianura, in prossimità del delta del Chao Phraya, è quella più urbanizzata e con i maggiori porti.

La pianura centrale continua anche nella zona sudorientale dello stato, confinata dal Golfo di Thailandia, dalla catena dello Sankamphaeng e dai Monti Cardamomi, conosciuti anche come Thio Khao Banthat. Si tratta di una delle zone più turistiche del paese, dove ha grande importanza la coltivazione di frutta tropicale.

Particolarmente selvaggia e ancora incontaminata è invece la zona occidentale, dove ci sono alcune delle giungle più caratteristiche; anche qui abbondano valli ripide e catene montuose piuttosto alte, e il passaggio dell’uomo è segnalato dalla presenza di numerose dighe che traggono energia dalla forza dei tanti corsi d’acqua.

Infine, a sud – una penisola stretta che lascia poi spazio alla Malesia – si trovano alcune delle località più famose al mondo, come l’isola di Phuket; si tratta di una zona separata dal resto del Paese per via delle alte montagne che fanno da barriera e per la caratteristica assenza di grandi fiumi.

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