Cuoco italiano ucciso a Phuket, la famiglia chiede giustizia

E’ stato presentato oggi un esposto alla procura perché vengano riaperte le indagini, e soprattutto per vederci chiaro nella morte di Simone Teneriello, il cuoco italiano di Castelfidardo, ucciso a Phuket, in Thailandia, il 17 aprile scorso da un transessuale che fu poi liberato su cauzione. E’ la decisione presa dai familiari del ragazzo, secondo i quali non è stata fatta giustizia.

Secondo Riccardo Leonardi, il legale della famiglia, “l’autorità giudiziaria italiana può procedere per delitti contro nostri connazionali commessi all’estero, anche se la punibilità è possibile solo se lo straniero è presente in Italia”.

Phuket ThailandiaAd uccidere il giovane cuoco è stato un transessuale del posto, che fu subito arrestato per poi essere immediatamente liberato su cauzione. Simone Teneriello rimase coinvolto in una rissa all’esterno di un locale notturno per gay a Phuket. Venne ferito al collo con una bottiglia rotta, che gli recise la giugulare. Il transessuale ammise di averlo colpito, sostenendo però di essersi difeso da un’aggressione.

Il padre di Stefano ha anche scritto al ministro degli Esteri Franco Frattini chiedendogli di sollecitare la magistratura a indagare, e all’ambasciatore italiano a Bangkok per far avere alla famiglia della vittima notizie sull’inchiesta locale.

Fonte: Il Resto Del Carlino

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